Speravo de morì prima e il vizio di Totti per le carte: l'ossessione del Capitano è vera?

Speravo de morì prima e il vizio di Totti per le carte: l'ossessione del Capitano è vera?
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Speravo de morì prima è una serie basata sull’autobiografia Un Capitano, scritta da Francesco Totti insieme a Paolo Condò in cui ci si sofferma a lungo sul suo rapporto con Luciano Spalletti nel corso della sua seconda avventura in giallorosso.

Le ultime stagioni da calciatore professionista del capitano furono molto difficili, da una parte c’era lui e dall’altra Luciano Spalletti, Roma era spaccata in due.

Nella serie ci viene mostrato anche un particolare episodio legato al gioco delle carte e avvenuto a Bergamo prima di un Atalanta-Roma nel 2016 con protagonisti Totti, Radja Nainggolan, Miralem Pjanic e Daniele De Rossi.

Ma facciamo un piccolo passo indietro, nell’autobiografia Totti ci racconta un episodio legato al “primo Spalletti”, ovvero il periodo dal 2005 al 2009 in cui ha allenato i giallorossi per la prima volta.

Francesco è un appassionato di carte e con la squadra organizzava tornei di scopa e briscola. Una sera, durante il ritiro pre-partita, Totti propone ai compagni la resa dei conti di un torneo rimasto a metà. La truppa accetta la situazione, ma nessuno controlla l’orologio. Quando qualcuno bussa alla porta, si rendono conto che sono le 5.30 del mattino e quel qualcuno è proprio Spalletti che redarguisce la squadra per aver fatto tardi prima di una partita.

Forse è proprio questo episodio che fa scattare, nel “secondo Spalletti”, il divieto assoluto di giocare a carte. E adesso torniamo a quella sera del 2016 a Bergamo con Nainggolan, Pjanic e De Rossi in camera di Totti.

Nella serie Sky Original quell’episodio viene mostrato fedelmente dall’autobiografia del capitano con Spalletti (Gianmarco Tognazzi) che si apposta fuori dalla stanza di Totti (Pietro Castellitto), seduto a terra nella penombra. De Rossi (Marco Rossetti) esce dalla stanza e rimane incredulo nel trovare il tecnico sul pavimento “che sta facendo?” domanda.

Spalletti risponde che tanto lo sa che adesso avviserà gli altri e infatti De Rossi invierà un messaggio ai compagi rimasti in camera del capitano oltre la mezzanotte, orario limite.
Pjanic (Ascanio Balbo) e Nainggolan pensarono di uscire dalla finestra ma si trovavano al secondo piano perciò non gli rimase altra scelta che uscire dalla porta e inciampare nel Mister: “tanto lo so che stavate giocando a carte” gli dice, i calciatori rispondono che erano al pc ma Spalletti li manda tutti a dormire con un “domani facciamo i conti”.

L’episodio di Bergamo scavò una delle tante crepe nel rapporto tra Spalletti e Totti, che in quella partita segnò il gol del pareggio per 3-3 ma non evitò una sfuriata del tecnico negli spogliatoi. I due furono divisi perché si sfiorò la rissa come ha scritto Totti nel suo libro:

“Quando rialzo la testa trovo la faccia di Spalletti a un centimetro dalla mia. Mi aspettava. ’Basta, hai rotto le palle, pretendi ancora di comandare e invece te ne dovresti andare, giochi a carte malgrado i miei divieti, hai chiuso’ Il tutto gridato al massimo volume. È l'ultimo litigio tra me e Spalletti, nel senso che perdo le staffe anch'io e ci devono separare in quattro perché altrimenti ce le daremmo di santa ragione. Di lì in poi, chiuso".

Scoprite cosa disse Ilary Blasi di Spalletti e leggete la nostra recensione di Speravo de morì prima.