Squid Game, cosa non ha funzionato nel finale di stagione

Squid Game, cosa non ha funzionato nel finale di stagione
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Pur riprendendo tematiche che il cinema e la serialità sudcoreane e non solo trattano da quasi vent'anni, Squid Game ha saputo proporle al grande pubblico ottenento un consenso quasi unanime di spettatori e critica. Eppure, le costrizioni dettate dal clamoroso twist ending potrebbero incrinare l'idillio.

La regola base della critica, cinematografica e seriale, è sempre la stessa: non si fa con i se. "Io l'avrei fatta finire diversamente" è una frase che non dovrebbe essere mai pronunciata, soprattutto per la fortunata serie Netflix. Tuttavia, il twist ending e il cliffangher finali hanno comportato qualche scivolone, magari non percepibili a una prima visione ma che vale comunque la pena di mettere sul piatto della bilancia, soprattutto in vista dei prequel e spin-off di Squid Game che si stanno già preparando. In particolare, è appena stata confermata una seconda stagione di Squid Game. Attenzione: seguono spoiler!

Partiamo dalle piccole cose. Innanzitutto, la reazione del protagonista Gi-hun dopo la sua vittoria nell'annuale tornata di giochi è, se non già immotivata, sicuramente troppo nichilista e a tratti passiva. Certo, lo shock subito è forte abbastanza da spingerlo al rifiuto di spendere i soldi fruttati sulla morte dei suoi compagni - ma allora ci si potrebbe chiedere perché non abbracciare direttamente la strada del suicidio, forse perché rimane un pavido. Ma dal non usarli per sé al non usarli affatto, ce ne passa. Come forma di espiazione, avrebbe potuto donarli direttamente - come promesso a Sae-byeok e come poi farà - al fratellino di lei, chiuso in orfanotrofio. Ma anche a tutti gli altri parenti dei suoi compagni di gioco, come la moglie Abdul Ali.

A scuoterlo dal torpore è invece il twist ending finale - di cui parleremo a breve - che lo spinge finalmente a partire per gli USA e ritrovare sua figlia, l'unico reale motivo per cui si era unito ai giochi e che sembra aver dimenticato all'improvviso, per un lungo anno. Anche qui, se è palese la miccia che finalmente lo riattiva, non è chiaro il passaggio logico successivo: perché scoprire proprio quella cosa, dovrebbe ravvivargli il desiderio di fare tutto quello che avrebbe dovuto un anno prima? E soprattutto, perché a un passo dal riuscirvi, decide invece di fare dietrofront e smantellare - da solo - l'impero del crimine dietro i giochi? Il cliffhanger era forse necessario a una seconda stagione non antologica, ma...

L'ultimo, grandissimo problema riguarda appunto il twist ending, uno dei villain reveal più scioccanti e magistrali della serialità recente, che abbiamo analizzato in questo articolo su tutti gli indizi sull'identità del creatore di Squid Game. Tuttavia, non mancano i problemi, soprattutto nelle reazioni che dovrebbe suscitare. Innanzitutto, la stranezza che Oh Il-nam, che si scopre essere il malvagio creatore dei giochi, convochi il protagonista esattamente un'ora prima della sua morte per tumore al cervello, che però lo attanaglia da anni. E che poi muoia allo scoccare esatto della mezzanotte, al termine della scommessa fra i due, come se già sapesse. Va bene il pathos, ma anche un certo grado di credibilità.

Infine, ha notato qualcuno, il problema del twist ending è che non susciti affatto le reazioni di un classico villain reveal. Forse la scoperta arriva troppo tardi, forse la condizione del vecchio è troppo disperata per non empatizzare con lui: ma la sua vera identità non sposta di una virgola ciò che abbiamo provato per tutta la serie. Lui rimane il personaggio fragile e dal sorriso simpatico che ci ha accompagnato per tutta la stagione, che ci ha fatto piangere nei momenti più drammatici e che ora ci rivela come fosse tutta una menzogna. Ma il sentimento nei suoi confronti non cambia, per come è scritto un finale che, così, suona riuscito solo a metà. Che ne pensate? Siete d'accordo o avete amato in toto la serie? Ditecelo nei commenti!