Stranger Things, David Harbour sul cast: "Inondati di denaro e fama, ma solo dei bambini"

Stranger Things, David Harbour sul cast: 'Inondati di denaro e fama, ma solo dei bambini'
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In una nuova intervista a quattro giorni dall'uscita del finale di stagione di Stranger Things 4 su Netflix, David Harbour ha fornito importanti aggiornamenti sugli ultimi due episodi, ma si è anche voluto concentrare sugli eccessi di esaltazione cui sono stati sottoposti i suoi colleghi più giovani e sui rischi che questo può comportare.

Interpretare lo Sceriffo Harbour è stato probabilmente il più grande onore della mia carriera. È stato sorprendente vedere le persone rispondere a me come a un padre. Sono sempre stato un uomo single, un artista stravagante nell'East Village, non ho mai avuto alcun interesse per il matrimonio o la paternità”. Così David Harbour, iconico interprete dello Sceriffo Hopper, in una nuova, lunga intervista con IndieWire nel quale ha ripercorso tutto l’itinerario, dentro e al di fuori del set di Stranger Things, che l’ha portato fino a qui. A questo finale di stagione imminente su cui praticamente tutti hanno promesso una carneficina anche per personaggi cruciali di Stranger Things: si spera che questo non riguardi anche lui.

Soprattutto perché questo suo ruolo paterno non è valso solo nel personaggio, ma anche nel suo rapporto con il cast di giovanissimi che abbiamo visto crescere e assurgere a fama ormai internazionale nel corso delle stagioni, come spiega infatti Harbour: “Il fatto di essere riconosciuto ora è stata un'esperienza molto sorprendente e folle che non ho vissuto fino all'età di 40 anni. Ma gli altri del cast lo stanno attraversando in un momento formativo totalmente diverso nelle loro vite. Sono sempre stato molto preoccupato per loro. Ho cercato a modo mio di mantenere una sorta di tutoraggio. La mia paura per loro è: c'è la lettera di Tennessee Williams sui pericoli del successo iniziale e lui ne stava parlando quando ha avuto successo a tipo 29 anni”.

Continua l’attore: “Se qualcuno ti dice che sei un genio, è difficile imparare ad andare avanti con umiltà e costanza. Quello che ho voluto fare con loro era trattarli semplicemente come bambini, dire: 'Ragazzi avete ancora 11 anni, avete un sacco di cose da imparare'. Mentre il resto del mondo trattava li come geni e li ha inondati di denaro, adulazione, fama, popolarità. Penso che in un certo senso anche i ragazzi dello show siano come i loro personaggi: sono come piccole creature con superpoteri e hanno questo uomo normale sulla quarantina che cerca di affrontarli”.

L’attore ha concluso con un ultimo aggiornamento sul finale di stagione in arrivo il 1 luglio, con una durata folle per Stranger Things e per la serialità in generale: “È una corsa al finale. Quello che vedrete saremo noi che sprinteremo il più forte possibile: non solo i Duffer nella sceneggiatura, in modo epico e straordinario, ma tutti i personaggi faranno di più e ci saranno diverse sequenze d'azione davvero epiche. In termini di arco narrativo, Hopper lo troverete più vulnerabile ma anche più potente di sempre: sono così eccitato per gli spettatori. Non posso dire oltre. Ho bisogno che guardiate e basta. Penso che rimarrete sbalorditi”. Che ne pensate delle parole di Harbour? Ditecelo nei commenti!