Supergirl 3: Kara è stata costretta ad affrontare il suo oscuro passato!

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Nell’episodio di Supergirl trasmesso durante la giornata di ieri, Kara Danvers (Melissa Benoist) ha dovuto fronteggiare un nuovo metaumano in grado di costringerla a confrontarsi con le sue giù grandi paure, permettendoci di scoprire il lato oscuro delle origini della Ragazza d’Acciaio.

La season première della nuova stagione aveva già sottolineato quanto i drammatici eventi dello scorso finale di stagione abbiano segnato la giovane kryptoniana, la quale non ha ancora superato la partenza forzata dell’amato Mon-El provocata dalla stessa Kara. Come i fan ricorderanno, allo scopo di salvare la Terra dall’invasione Daxamita, Supergirl si era infatti vista costretta a rendere l’aria del nostro mondo letale per qualsiasi abitante di Daxam, costringendo non solo le navi aliene a tornare nello spazio, ma persino l’eroico fidanzato che aveva da tempo abbracciato la via del supereroe e, assieme a lei, cercava di fare del proprio meglio per proteggere National City.

Ma se la nostra super-ragazza col mantello rosso aveva deciso, nella puntata precedente, di sforzarsi di andare avanti e ricominciare a frequentare amici e colleghi, l’arrivo del metaumano Psi (interpretato dalla guest star Yael Grobglas) ha invece portato alla luce nuove problematiche strettamente legate alla partenza di Mon-El.

Come rivelato dalle abilità peculiari del metaumano, i più grandi timori della Ragazza d’Acciaio derivano dai momenti più spaventosi che ha dovuto affrontare nel corso della propria vita, come ad esempio la partenza improvvisa dal morente pianeta Krypton, quando sua madre dovette inserirla in un’astronave e spedirla in mezzo alle stelle. Un flashback ci mostra infatti che Kara ha assistito all’esplosione di Krypton (e alla fuga di Reign) dalla propria navicella, e ancora oggi la ragazza ricorda di essere rimasta a lungo da sola ad affrontare la consapevolezza di aver perduto quasi tutte le persone che conosceva e a cui voleva bene.

Se le prima stagione e soprattutto l’episodio pilota del serial coprirono adeguatamente le origini di Supergirl e la sua permanenza nella Zona Fantasma, lo show non ha mai rivelato cosa comportasse per Kara la consapevolezza di essere difatti “L’Ultima Figlia di Krypton” e soprattutto come la giovane kryptoniana abbia affrontato l’improvvisa partenza dal proprio pianeta natale.

Mentre Superman era infatti un neonato e al suo arrivo sulla Terra non aveva ricordi di Krypton, Kara era abbastanza grande da riportare un trauma talmente profondo da permettere al metaumano Psi di scatenare in lei una serie di attacchi di panico. Considerando quanto Kara abbia -recentemente- voluto sbarazzarsi del proprio alter-ego umano per abbracciare in maniera permanente l’identità kryptoniana, i suoi attacchi di panico, così umani e legati al proprio passato, rappresentano l’unico ponte fra la fragile personalità umana e la forte natura aliena che costituiscono l'eroina Supergirl.

Questa terza stagione sta portando la protagonista in luoghi molto più oscuri di quelli esplorati sin ora, ma la serie continua a usare l’oscurità di Kara per mettere in risalto la luminosità del personaggio. “Triggers”, il secondo episodio della stagione, ci mostra la forza di Kara mentre combatte la propria ansia e la paura che riemergono nella sua mente quando ricorda il tempo trascorso nella navicella che le salvò la vita. Proprio questo spinge la ragazza a riflettere sulla decisione di mettere Mon-El in quella stessa capsula e inevitabilmente la costringe ad affrontare la possibilità che il ragazzo non sia riuscito a sopravvivere: un’eventualità che Supergirl è costretta a superare combinando la forza emotiva acquisita fra gli umani e quella fisica dovuta al lignaggio kryptoniano, entrambe fondamentali per poter sconfiggere Psi.

Se il finale dell’episodio appare dunque abbastanza scontato, il viaggio emotivo compiuto da Kara, così come la connessione fra il suo passato e la partenza di Mon-El, hanno permesso di esplorare in profondità le sue paure più grandi, regalando agli spettatori dei momenti memorabili quando l'eroina è infine riuscita a superarli.