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The Last of Us, l'autore sui personaggi: "Non ci sono buoni e cattivi, ma zone grigie"
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Manca sempre meno al debutto di The Last of Us su HBO, e adesso che l'attese comincia a diventare sempre più insopportabile, la promozione si sta intensificando sempre più. Nel corso di una recente intervista a Screen Rant, Neil Druckmann ha parlato di una delle caratteristiche fondamentali della serie: il lato moralmente ambiguo dei personaggi.
Druckmann fa notare come uno degli aspetti che gli è sempre piaciuto di più nel gioco e che è stato felice di riproporre nello show HBO è stato il lato moralmente ambiguo dei personaggi, non per forza divisi in buoni e cattivi.
"Questo, per me, era parte del divertimento di immergersi nuovamente in questo mondo e raccontare la storia. Il gioco punta molto a farvi entrare in contatto con Joel ed Ellie, ed è per questo che siamo così dogmatici nel darvi solo il loro punto di vista e quello di nessun altro. Non vedevo l'ora di partire da qui e di esplorare ulteriormente", ha detto l'autore. "Non credo sia uno spoiler, ma una delle storie che mi ha entusiasmato di più è stata quella di David. E poi un'altra idea di Craig era il personaggio di Kathleen, che era il leader dei Cacciatori, e che qui assume un ruolo leggermente diverso".
Druckmann ha proseguito: "Perché mi piaceva l'idea che non ci fossero solo buoni e cattivi. Tutti cercano di sopravvivere, tutti cercano di vivere la vita nel modo più completo possibile. Ma spesso gli obiettivi sono in competizione tra loro. Ed è qui che accadono le cose più interessanti, e le diverse filosofie su come sopravvivere o se il fine giustifica i mezzi, parlano del vero significato della storia in modi nuovi rispetto al gioco".
Nel corso della stessa intervista, Craig Mazin è voluto intervenire: "Aggiungerei solo che non dovevamo soddisfare un'esigenza che il videogioco aveva, ovvero quella di inviare PNG (personaggi non giocabili) contro di te. In quel videogioco si devono uccidere molte persone, ma per noi la violenza era una cosa seria e non volevamo intorpidire la gente. Quando arrivano i nemici, per noi era importante porci la domanda: 'Perché sono nemici? Cosa vogliono?'. Non sono solo persone malvagie. Dal loro punto di vista, tutto questo ha senso ed è giustificabile, e questo è stato un aspetto interessante da esplorare".
In un'altra parte di intervista, Mazin ha spiegato che tipo di impatto ha avuto il Covid sulla trama di The Last of Us.
FONTE: ScreenRant
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