The Last of Us, Mazin e Druckmann: 'In un mondo fermo al 2003 essere gay è un problema'

The Last of Us, Mazin e Druckmann: 'In un mondo fermo al 2003 essere gay è un problema'
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L'omosessualità è una delle tante sfaccettature dell'amore, e come tale The Last of Us si guarda bene dall'ignorarla: il terzo episodio dello show HBO è un validissimo esempio in tal senso, ma un'ulteriore opportunità di approfondire la cosa ci viene offerta da questo settimo episodio e dal suo scavare nel passato di Ellie.

Incentrato sul DLC Left Behind, l'episodio che ha fatto il suo esordio stanotte ci mostra non solo l'appuntamento perfetto tra Ellie e Riley in un centro commerciale abbandonato, ma pone per la prima volta l'accento sull'orientamento sessuale del personaggio di Bella Ramsey.

"Sono entrambe gay, e la loro sessualità le confonde e le spaventa. Il nostro show è fermo al 2003: la rivoluzione che ha attraversato la nostra cultura, il fatto di aver accettato l'omosessualità o qualunque sia il modo in cui vogliamo chiamare le sessualità non eteronormative non è avvenuta, perché se il mondo si ferma al 2003 tutto ciò semplicemente non accade. In questo mondo questa roba è ancora problematica. Quindi abbiamo queste due ragazze che non sono a proprio agio con la propria sessualità che si trovano davanti alla più eteronormativa tra le rappresentazioni della sessualità femminile" sono state le parole di Craig Mazin e Neil Druckmann in riferimento alla scena ambientata davanti alla vetrina di Victoria's Secret.

Vedremo in che modo la serie continuerà ad affrontare queste tematiche, soprattutto in vista della stagione 2; qui, intanto, trovate un nostro approfondimento sulle differenze tra serie e gioco nel settimo episodio di The Last of Us.