Watchmen: Lindelof non sapeva se includere gli insulti razzisti, ecco come si è convinto

Watchmen: Lindelof non sapeva se includere gli insulti razzisti, ecco come si è convinto
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Watchmen è stata quasi una profezia ed ha anticipato le proteste scoppiate in America. La discriminazione razziale è un tema centrale della serie, eppure l'ideatore Damon Lindelof ha riflettuto attentamente prima di includere epiteti ed insulti razzisti.

Chi è rimasto rapito dalla produzione, sequel delle vicende narrate da Alan Moore e Dave Gibbons nella graphic novel, sa che il sesto episodio è completamente incentrato sulle terribili vicende che hanno portato alla formazione di Giustizia Mascherata. Ad un certo punto il personaggio principale viene preso di mira da un gruppo di suprematisti bianchi, picchiato brutalmente, insultato e appeso ad un albero. Una scena particolarmente cruda, che richiedeva un approccio sincero, come ha dichiarato Lindelof a Variety:

"L'unico punto in cui mi sono preoccupato e ho dato avvio ad un dibattito era se usare la n-word o meno nella serie. Ma Cord e gli altri sceneggiatori di colore presenti erano tutti della stessa idea: 'Sarebbe molto più razzista non usare quella parola'. Quando siamo arrivati a quella scena, Cord mi ha detto 'È arrivato il momento', così ha scritto tutto quel dialogo, e io non l'ho mai modificato".

Cord Jefferson, uno degli sceneggiatori che ha lavorato insieme all'ideatore, ha potuto scrivere in assoluta libertà, con l'obiettivo di rappresentare nella maniera più verosimile possibile il tema della discriminazione. Insieme a Lindelof è quindi riuscito a costruire la origin story di Hooded Justice, un uomo di colore che indossa un cappio al collo in memoria del linciaggio subito.

Scelte coraggiose che hanno convinto anche Yahya Abdul Mateen II, uno degli attori principali, e che hanno assicurato a Wathmen molte nominations agli Emmy Awards.